Le lesioni muscolari: gradi, fattori di rischio e trattamento

21.04.2018

Le lesioni muscolari rappresentano secondo numerose indagini epidemiologiche, circa il 30% di tutti i traumi sportivi, posizionandosi in molte di queste al primo posto come incidenza sul totale.

Le lesioni muscolari si possono classificare come:

dirette, causate da una contusione.

indirette, causate da un eccessivo allungamento del muscolo o un'eccezionale contrazione concentrica partendo da una situazione di completo rilassamento.

Nelle lesioni dirette, l'impatto di un corpo estraneo con il muscolo può determinare la rottura dei vasi sanguigni al suo interno che causa un ematoma di dimensioni più o meno estese in base al numero e la portata dei vasi sanguigni rotti. Ematomi di piccole dimensioni, sono generalmente riassorbiti senza la necessità di un'asportazione chirurgica, necessaria invece per ematomi di più vaste dimensioni.

Le lesioni indirette, sono essenzialmente riconducibili a tre diversi gradi di importanza:

1°grado (anche dette elongazioni) indicano una lesione a livello miofibrillare, con le fibre in uno stato di dilatazione ma che presentano ancora soluzione di continuità. Raramente sono presenti ematomi e anche avvalendosi di esami strumentali, non è facile localizzare la zona lesa.

2° grado (anche dette stiramenti o distrazioni) indicano una lesione abbastanza importante in cui viene a mancare soluzione di continuità a livello delle fibre. Molto spesso è accompagnata da versamenti sanguigni ma non sempre determina un'immediata impotenza funzionale del muscolo interessato.

3° grado (anche dette strappi) indicano una lesione in cui vi è rottura parziale o totale del ventre muscolare, accompagnata quindi da impotenza funzionale. In questo caso può essere riscontrabile manualmente o addirittura a livello visivo, una zona di depressione nel ventre muscolare. Talvolta, può essere necessario l'intervento chirurgico per risanare la lesione.

Fattori di rischio:

Scarsa elasticità muscolare.

Squilibrio di forza tra muscoli antagonisti.

Trattamento:

Nel caso di lesione o sospetta tale, è consigliabile applicare nell'immediato del ghiaccio in sede, utile sia come analgesico che come vasocostrittore volto a ridurre il versamento causato dalla rottura dei vasi sanguigni.

Un bendaggio elastico può avere la medesima funzione di vasocostrittore.

Un danno tissutale è sempre associato a una risposta infiammatoria, pertanto è utile l'assunzione di FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) in seguito a consultazione medica, per contrastare la flogosi in atto.

La tecarterapia e la laserterapia sono le terapie fisiche più utilizzate dai fisioterapisti al fine di riassorbire più velocemente l'ematoma e stimolare e ridurre i tempi di cicatrizzazione della lesione.

È molto importante svolgere un ADEGUATO stretching in fase di guarigione. Il tessuto cicatriziale infatti, ha una ridotta capacità elastica che potrà andare a incidere sia sulla performance (espressione di forza elastica) sia sulla possibilità di procurarsi nuove lesioni nella medesima sede.

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