Distorsione di caviglia: gradi di lesione, trattamento e recupero funzionale

30.05.2018

La distorsione di caviglia è uno dei traumi più comuni nello sport e raggiunge addirittura circa il 50% sull'incidenza totale degli infortuni nella pallacanestro e nel volley.

È un trauma che si verifica nel momento in cui la caviglia sotto carico effettua un movimento di inversione (figura in alto a sinistra) o un movimento di eversione (figura in alto a destra).

La classificazione del trauma subito si basa su tre gradi di lesione considerando eventuali conseguenze che l'inversione o l'eversione hanno su  uno o più dei sette legamenti che compongono l'articolazione, quattro mediali e tre laterali.

Lesione di 1°grado: non c'è alcuna lesione dei legamenti e la caviglia rimane stabile. Può presentarsi un piccolo versamento ematico e il dolore è di moderata entità.

Lesione di 2°grado:  c'è una lesione parziale di uno o più legamenti, solitamente coinvolto il legamento peroneo-astralgico anteriore con conseguente modesta instabilità. Si presenta un ematoma causato dalla rottura del vaso che decorre lungo il legamento peroneo-astralgico e un dolore di media intensità.

Lesione di 3°grado: c'è una rottura completa di uno o più legamenti che causa un'instabilità severa della caviglia. Si presenta un'importante fuoriuscita ematica e un dolore acuto.

Trattamento

Nelle lesioni di 1° e 2° grado è sufficiente un trattamento di tipo conservativo: è importante l'applicazione di ghiaccio in sede per impedire il versamento ematico attraverso il meccanismo della vasocostrizione.

Per la riduzione dell'ematoma è utile mantenere l'arto della caviglia lesa elevato durante il riposo. 

Inoltre, soprattutto nelle lesioni di 2°grado, è bene fasciare l'articolazione con il fine di dare maggiore stabilità alla caviglia. 

Nelle lesioni di 3° grado, il trattamento di tipo conservativo non è più sufficiente, si ricorrere infatti alla chirurgia per sanare le lesioni legamentose e all'applicazione di un apparecchio gessato per 30-40 giorni.

Recupero funzionale

Il deficit funzionale prolungato nel tempo e conseguente al trauma, causa a-trofia e deficit di forza nei muscoli che generano movimento sull'articolazione.

La prima strategia da attuare nel percorso di recupero funzionale dell'articolazione è il recupero del gradiente di forza dei muscoli flessori plantari, flessori dorsali e del gastrocnemio, attraverso contrazioni di tipo isometrico o l'utilizzo di loop band e quindi contrazioni di tipo auxotonico.

Successivamente, è di fondamentale importanza rieducare la caviglia da un punto di vista propriocettivo al fine di cadere in recidive.

La funzione propriocettiva è importante per la regolazione del tono muscolare, della postura e la corretta esecuzione dei movimenti ed è fortemente stimolata in situazioni di instabilità della superficie sulla quale si è in appoggio.

Sono quindi utili esercizi in appoggio prima bipodalico e successivamente monopodalico su bosu o pedane basculanti. 


 






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